Il Cantone 1797 - Montaretto

Montaretto
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Il Cantone 1797

Storia
  
IL CANTONE DI MONTARETTO (1797-1805)

Il 2 dicembre 1797 viene emanata la Costituzione della Repubblica Ligure.  
A seguito di ciò Montaretto diventa Cantone e sotto la sua giurisdizione rientrano i territori compresi tra Bonassola e Framura.
E' probabile che il prestigio della famiglia Vinzoni, da tempo al servizio della Repubblica di Genova con cartografi, ingegneri, notai e ufficiali, abbia influito sulla scelta del capoluogo del Cantone.  
Framura nel passato aveva svolto un ruolo amministrativo importante e Bonassola era un borgo marinaro in sviluppo.
Nei mesi precedenti si erano tenuti comizi nei quali era stata letta la nuova Costituzione e, dato che la maggior parte della popolazione era analfabeta, si era chiesto di dare un giudizio mettendosi a destra o a sinistra del relatore.


La nuovo Repubblica Ligure si dichiarava sorella della Repubblica Francese e adottava la dichiarazione dei diritti dell'uomo

Il 17 ottobre 1797 con il Trattato di Campoformio, l'imperatore d'Austria Francesco II rinunciava ai Feudi Imperiali liguri accettando la loro unione alla Repubblica Democratica Ligure.  

In pochi giorni, tra maggio e giugno 1797, finì la Repubblica aristocratica instaurata da Andrea Doria nel 1528 e nacque, sulla spinta della Rivoluzione francese, la Repubblica ligure democratica.
Il 13 giugno 1797, dopo la convenzione di Mombello avvenuta il 5-6 giugno tra una delegazione della Repubblica di Genova e Napoleone Bonaparte, il Doge Giacomo Brignole diventava il Presidente provvisorio della nuova Repubblica Ligure.
In precedenza vi erano stati scontri tra giacobini e “Viva Maria” che erano i sostenitori del vecchia Repubblica.
La statua Andrea Doria era stata abbattuta dai rivoluzionari.

Il 13 giugno Napoleone scrisse una lettera al popolo genovese a seguito di questo avvenimento:
"Apprendo con il più grande dispiacere che in un momento di entusiasmo si è rovesciata la statua di A. Doria.
A. Doria fu un grande marinaio e uomo politico, l'aristocrazia era la libertà del suo tempo. L'intera Europa invidia alla vostra città il pregio d'aver dato i natali a questo uomo celebre.
Vi affretterete, non ne dubito, a risollevare la statua? Vi prego di scrivermi per sostenere una parte delle spese che questo comporterà e che io desidero partecipare con i cittadini più zelanti per l'onore della vostra Patria.
Vi prego di rispondermi..."  

Ad ottobre del 1797 le prime indiscrezioni sulla nuova Carta Costituzionale per quanto riguarda la religione scatenava moti dei “Viva Maria” nelle valli del Genovesato, nei Monti Liguri e in diverse aree del Levante.

Bonaparte rispondeva ad alcune lettere inviate dai delegati chiedendo di non fomentare rivolte  
religiose e quindi di andare incontro alla volontà del Clero:

«Se voi volete credere ad un uomo che prende vivo interesse alla vostra felicità, mettete in termini più chiari, nella vostra Costituzione, ciò che ha potuto allarmare i ministri della Religione: e non perdete mai di vista che se voi mettete la religione, dirò anche di più, la superstizione, alle prese con la Libertà, la prima prevarrà nello spirito del popolo». E nello stesso giorno, in un'altra lettera indirizzata al rappresentante francese a Genova, Ministro Faipoult, ritornava sull'argomento precisando: «La Costituzione non si esprime in maniera abbastanza chiara su alcuni articoli che possono dare qualche inquietudine ai monaci e ai preti. Impegnate il governo a dar loro soddisfazione».  




COSTITUZIONE DEL POPOLO LIGURE
Sanzionata il 2 dicembre 1797 dai comizi popolari con centomila voti favorevoli e diciassettemila contrarii
Repubblica ligure
Il popolo ligure considerando, che il passato suo avvilimento è provenuto dall’essere stato soggetto ad un governo aristocratico, ereditario, e di essersi separato in classi differenti, ha stabilito di non formare in avvenire, che una sola famiglia coll’adottare una Costituzione fondata su i veri principii della libertà e dell’uguaglianza; pertanto riconosce e proclama solennemente al cospetto di Dio i seguenti principii:
Sovranità del popolo
Art. 1 – La sovranità è l’esercizio della volontà generale: risiede essenzialmente nel popolo: è indivisibile, inalienabile, imprescrittibile.
Art. 2 – Nessuno individuo, nessuna porzione del popolo può attribuirsi la sovranità. Niun può essere escluso dal parteciparne, se non ne’ casi determinati dalla legge per pubblica sicurezza.
Art. 3 – Nessuno, senza una delegazione formale, e legittima del popolo, può esercitare alcuna pubblica autorità.
Art. 4 – I pubblici poteri non sono proprietà di quelli che gli esercitano. Ogni cittadino può essere eletto all’esercizio dei pubblici poteri, nei modi e forme, e con i requisiti prescritti dalla legge.
Art. 5 – La legge è l’espressione libera della volontà generale, per mezzo della pluralità de’ cittadini, o de’ loro rappresentanti. È fondata sulla giustizia e sul bene comune. Protegge la libertà pubblica e individuale contro ogni attacco ed oppressione.
Art. 6 – Ciò che non è proibito dalla legge, non può essere impedito. Nessuno può essere costretto a fare ciò che la legge non ordina.
Art. 7 – Gli atti esercitati contro chiunque si sia, fuori dei casi, e contro le forme che la legge determina, sono arbitrarii e tirannici.
Diritti dell’uomo in società
Art. 1 – Il fine della società è la felicità comune. Il governo è instituito per assicurare il godimento dell’esercizio de’ suoi diritti.
Art. 2 – Questi sono: la libertà, l’eguaglianza, la proprietà, la sicurezza.
Art. 3 – La libertà è la facoltà che appartiene all’uomo di fare tutto ciò, che non nuoce ai diritti degl’individui e del corpo sociale.
Art. 4 – L’eguaglianza consiste nel diritto, che ha ciascun cittadino di essere trattato egualmente dalla legge, sia che essa punisca, sia che essa protegga. Non conosce potere ereditario, né distinzione di nascita.
Art. 5 – La proprietà è il diritto, che ha ciascuno di godere e di disporre de’ suoi beni, del frutto del suo lavoro e della sua industria. La di lui persona è una proprietà inalienabile.
Art. 6 – La sicurezza risulta dal concorso di tutta la società per difendere i diritti d’ogni suo individuo.


Ho sognato di te
come si sogna della rosa e del vento.
(Alda Merini)
Una vita senza sogni è come un giardino  senza fiori.
 (Gertrude Beese)  

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